Osservare i territori dall’alto, analizzarli con un altissimo grado di precisione e classificarne l’utilizzo: è l’obiettivo di DigiSky, l’azienda che partecipa come socio fondatore alla Rete di imprese ICT, vale a dire le aziende il cui “core business” è la produzione o l’applicazione di servizi informatici.
La Rete è partner del progetto “Circular Health European Digital Innovation Hub” (CHEDIH), dedicato alle filiere dell’agroalimentare e della salute: coordinato dall’Università di Torino, CHEDIH fa parte di una rete europea di poli di innovazione digitale cofinanziata dall'UE nell'ambito del programma “Europa Digitale”: si tratta di un grande network incentrato proprio sull'introduzione della tecnologia digitale nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni, ma destinato anche ai cittadini.
DigiSky punta a rispondere alle esigenze di ARPEA, l'Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura, nata dalla nuova programmazione della Politica Agricola Comune (con copertura del periodo 2023-2027), che incentiva procedure più veloci ed efficaci per i contributi agricoli comunitari. “ARPEA ha la necessità di verificare che determinati lotti siano finalizzati all’utilizzo agricolo precedentemente dichiarato: in altre parole, deve assicurarsi che, se una certa particella catastale è finalizzata sulla carta alla coltivazione di fagioli, così deve risultare nella realtà. È per questo che si rende necessaria una tecnologia che effettui controlli metrici”, spiega Paolo Pari, fondatore e amministratore delegato di DigiSky.
La tecnologia adottata da DigiSky, inserita nel programma dell’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea) per lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi di osservazione della Terra, è definita la “lente di ingrandimento dei satelliti”. In sostanza, un satellite che orbita a qualche centinaio di chilometri dalla Terra non è in grado di distinguere se in un piccolo lotto di terreno specifico si coltivi un prodotto anziché un altro, fornendo anche la misura dell’area. “E qui entriamo in gioco noi – spiega Pari –. Allestiamo degli aeromobili con gli stessi sensori dei satelliti: ma, volando solo a qualche centinaio di metri dal suolo, siamo in grado di mappare parti del territorio con maggiori dettagli”. In un solo volo, quindi, è possibile mappare 10 mila ettari di territorio, componendo una macro-immagine multispettrale, costituita da miliardi di punti. Sovrapponendo poi le immagini delle particelle catastali e quelle ottenute dalla mappatura (e mantenendo, ovviamente, la stessa scala e le stesse coordinate), si verifica se, effettivamente, la realtà delle cose coincide con il dato ufficiale.
“Al momento – dichiara Pari – abbiamo mappato cinque macroaree piemontesi mediante l’utilizzo di sensori multispettrali, che registrano l’energia riflessa dalla superficie terrestre nelle varie bande di frequenza (visibile e non). Questo ci serve per capire con maggiore precisione il tipo di coltivazione che si verifica in un determinato terreno, dato che ogni tipo di coltivazione ha una risposta spettrale diversa”. Al momento si tratta ancora di un “test before invest”, vale a dire di un test che consente all‘ente beneficiario (in questo caso ARPEA) di testare un servizio innovativo prima di investirvi e nei prossimi mesi capiremo se questa soluzione potrà essere commercializzata per rispondere a un bisogno del mercato.
DigiSky non è l’unica azienda coinvolta in questo progetto, benché la sua tecnologia sia un esempio virtuoso per la potenzialità di CHEDIH. Il polo di innovazione, coordinato dall’Università di Torino, non guarda solo al monitoraggio di terreni. “Dall’elaborazione dei dati del suolo, dell’aria e dalle previsioni metereologiche siamo in grado di capire, per esempio, quanta acqua debba essere richiesta per la coltivazione in un certo territorio. Il progetto si rivolge a tutta la filiera agroalimentare, dall’analisi delle coltivazioni alla tracciabilità del prodotto”, spiega Laura Montagna, a capo della Direzione Progetto e amministratrice delegata della Rete di imprese ICT CHEDIH. Parliamo di servizi mirati, che vanno dell'agricoltore a chi realizza il prodotto alimentare, a chi lo confeziona.
“Anche per quanto riguarda la salute – altro ambito, insieme con quello agroalimentare, su cui si concentra il progetto – i servizi passano in modo puntuale dalla raccolta all’analisi dei dati ospedalieri fino ai servizi sanitari a distanza, come la telemedicina”, spiega Montagna. Per un’analisi significativa è necessaria una solida mole di informazioni e la raccolta dati richiede, talvolta, tempi relativamente lunghi. “A seconda di quello che si vuole verificare – racconta Montagna – questo processo, in agricoltura, può richiedere tempi abbastanza lunghi, perché, se vogliamo valutare ad esempio l'effetto dei cambiamenti climatici, non sarà sufficiente solo il mese più arido, ma dovremo verificare le condizioni del terreno nel mese più piovoso. In altre parole, c’è una stagionalità da rispettare, che dipende anche dal tipo di prodotto coltivato”.
Al centro di tutto c’è un progetto che potrebbe estendersi su altri territori e in altre aree, producendo tecnologia e infrastrutture digitali di alta qualità – come nel caso di DigiSky – che consentono di monitorare l’ambiente e rispondere a una serie di problemi e di esigenze. Si tratta di scenari a largo spettro, con ricadute molteplici, anche scientifiche ed economiche.